Come posso ritrovare la mia pace. How can I then return in happy plight.
Leggi e ascolta
Come posso ritrovare la mia pace
se il ristoro del sonno mi è negato?
Se l’affanno del giorno non riposa nella notte
ma giorno da notte è oppresso e notte da giorno?
Ed entrambi, anche se l’un l’altro ostili,
d’accordo si dan mano solo per torturarmi
l’uno con la fatica, l’altra con l’angoscia
di esser da te lontano, sempre più lontano.
Per cattivarmi il giorno gli dico che sei luce
e lo abbellisci se nubi oscurano il suo cielo:
così pur blandisco la cupa notte dicendo
che tu inargenti la sera se non brillano stelle.
Ma il giorno ogni giorno prolunga le mie pene
e la notte ogni notte fa il mio dolor più greve.
Proseguono le immagini di assenza del sonetto precedente che mostrano il poeta in un punto di esaurimento emotivo e frustrazione a causa delle sue notti insonni passate a pensare al giovane. Tuttavia, anche di fronte al disinteresse del giovane, il poeta si rifiuta ancora di staccarsi da esso. Continua persino a lodare i giovani, raccontando giorno e notte quanto siano fortunati ad essere onorati dalla loro esistenza. La continua devozione del poeta per il giovane non è così sorprendente come potrebbe sembrare a prima vista: scrivere sonetti di assoluta devozione in epoca elisabettiana era un dovere verso la fonte dell’ispirazione del poeta.
Il Sonetto 28, quindi, offre i versi del poeta come un’offerta di dovere, un’espressione suprema di amore disinteressato per un amico immeritevole. L’opposizione tra il giorno e la notte domina il sonetto. Per il poeta il tempo non allevia la sua sofferenza: “Ed entrambi, anche se l’un l’altro ostili, / d’accordo si dan mano solo per torturarmi” con duro lavoro e senza dormire. Cercando di accontentare l’oppressione del giorno e della notte, il poeta dice al giorno che la giovinezza brilla luminosa anche quando il sole è nascosto; alla notte, il poeta paragona il giovane alle stelle più luminose, con la differenza che la giovinezza brilla anche quando le stelle non lo fanno. Tuttavia, il giorno e la notte ancora tormentano il poeta e “fa il mio dolor più greve.” Il poeta sprofonda ancora di più nella disperazione.
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Read and listen
How can I then return in happy plight,
That am debarr’d the benefit of rest?
When day’s oppression is not eased by night,
But day by night, and night by day, oppress’d?
And each, though enemies to either’s reign,
Do in consent shake hands to torture me;
The one by toil, the other to complain
How far I toil, still farther off from thee.
I tell the day, to please them thou art bright
And dost him grace when clouds do blot the heaven:
So flatter I the swart-complexion’d night,
When sparkling stars twire not thou gild’st the even.
But day doth daily draw my sorrows longer
And night doth nightly make grief’s strength seem stronger.
Images of absence, continued from the previous sonnet, show the poet at the point of emotional exhaustion and frustration due to his sleepless nights spent thinking about the young man. However, even though faced with the young man’s disinterest, the poet still refuses to break away from the youth. He even continues to praise the youth, telling day and night how fortunate they are to be graced by the youth’s presence. The poet’s continued devotion to the young man is not so startling as it might first appear: Writing sonnets of absolute devotion in Elizabethan times was a duty to the source of the poet’s inspiration.
Sonnet 28, therefore, offers the poet’s verse as a duty-offering, a supreme expression of selfless love for an undeserving friend. The opposition between day and night dominates the sonnet. For the poet, neither time alleviates his suffering: “And each, though enemies to either’s reign, / Do in consent shake hands to torture me” with hard work and no sleep. Trying to please the oppressive day and night, the poet tells day that the youth shines brightly even when the sun is hidden; to night, the poet compares the youth to the brightest stars, except that the youth shines even when the stars do not. However, day and night still torment the poet and make “grief’s strength seem stronger.” The poet sinks even further into despair.
Crediti – Credits
Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)
Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture
English audio from YouTube Channel Socratica
Sommario/Summary da/from Cliffsnotes.com
Indice Sonetti con audio – Audio Sonnets