Sonetto 63

Shakespeare. Sonetto 9

«Per quando il mio amor sarà come or son’io,
offeso e logorato dall’atrocità del Tempo».  

I riferimenti al futuro del giovane sono segni del timore del poeta che l’amore non possa difendersi dal tempo.

Sonetto 63
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Per quando il mio amor sarà come or son’io,
offeso e logorato dall’atrocità del Tempo;
quando l’ore le sue vene avran svotato e la sua fronte
sarà rughe e grinze; quando il suo giovane mattino
sarà giunto all’erta notte della vecchia età,
e tutte le bellezze delle quali oggi è sovrano
andranno dileguandosi o saranno ormai svanite,
portandosi via il tesoro della sua primavera:
per quel terribile momento devo erigermi a difesa
contro la crudele lama della distruggente età,
perché non possa mai recider da memoria
la bellezza del mio caro amore, pur se dovrà morire:
il suo splendore trasparirà da queste linee nere,
esse vivranno, ed egli in esse, eternamente verde.

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Il giovane potrebbe morire – “quando l’ore le sue vene avran svotato” – e così potrebbe la sua bellezza – “e tutte le bellezze delle quali oggi è sovrano / andranno dileguandosi o saranno ormai svanite” – ma quando lil giovane avrà l’età del poeta, l’antico bell’aspetto del giovane sarà preservato nei versi del poeta.

“La crudele lama della distruggente età”, che ricorda il Sonetto 60 “e il tempo ora distrugge il dono che le diede”, non si accorda con i sonetti del poeta, “queste linee nere” in cui il giovane vivrà per sempre “eternamente verde”.

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Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)

Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture

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