Sonetto 90

Shakespeare. Sonetto 9

«Odiami pure quando vuoi; perché non ora:
ora che il mondo è incline a sbarrarmi il passo».  

Già angosciato da “l’ira del destino”, il poeta esorta il giovane a non rimandare la sua diserzione se questo è ciò che intende; fallo subito, il poeta implora: “Odiami pure quando vuoi; perché non ora”.

Sonetto 90
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Odiami pure quando vuoi; perché non ora:
ora che il mondo è incline a sbarrarmi il passo,
affianca l’ira del destino, piegami di schianto
ma non cader su me quale ultimo flagello.
No, se il mio cuore sarà scampato a questa pena,
non venire al seguito di un dolor già vinto;
non dare alla ventosa notte un mattin di pioggia
per prolungare una disfatta ormai scontata.
Se vuoi lasciarmi, non farlo all’ultimo momento,
quando altri miseri dolori mi avranno martoriato,
ma vieni subito all’assalto, così che pria assapori
il più potente torto della mia mala sorte.
E ogni altra pena che oggi m’appar penosa,
paragonata alla tua perdita non sembrerà più tale.

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Il suo appello per un’azione rapida e decisa dimostra quanto sia grave la crisi per il poeta. Frasi come “Se vuoi lasciarmi” e “la tua perdita”, che seguono “mi lasciasti” nel sonetto precedente, indicano ansia, risentimento e dolore inconfondibili provati dal poeta.

Temendo che tutti e tutto ora siano contro di lui, il poeta teme di più che il giovane lo “rovescerà”: “E ogni altra pena che oggi m’appar penosa, / paragonata alla tua perdita non sembrerà più tale”.

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Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)

Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture

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