Sonetto 106

Shakespeare. Sonetto 9

«Quando negli scritti del tempo passato
io vedo descrizioni di sublimi creature».  

Il Sonetto 106 è indirizzato al giovane senza riferimento a nessun evento particolare. Il poeta indaga il tempo storico per confrontare la bellezza de giovane con quella rappresentata nell’arte creata molto tempo fa.

Sonetto 106
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Quando negli scritti del tempo passato
io vedo descrizioni di sublimi creature,
e bellezza render belle antiche rime
in lode di defunte dame e nobil cavalieri,
allora, nell’apoteosi di quelle supreme grazie
della mano, piede, labbra, occhio o fronte,
sento che la lor antica penna voleva esprimere
quell’unica bellezza che ora tu possiedi.
Così tutti i loro elogi sono quindi profezie
di questo nostro tempo prefiguranti te;
e poiché essi vedevano sol con occhi presaghi,
furono incapaci di dar risalto al tuo valore:
mentre noi che viviamo questi presenti giorni
abbiamo occhi per ammirare e non lingua per lodare.

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Non sorprende che sostenga che nessuna bellezza ha mai superato quella del suo amico. Ammirando le figure storiche perché gli ricordano il carattere del giovane, il poeta sostiene che ciò che i primi artisti consideravano la bellezza era solo un presagio dell’aspetto insuperabile del giovane: “Così tutti i loro elogi sono quindi profezie / di questo nostro tempo prefiguranti te”.

Nel distico finale, il poeta confronta il tempo storico con il presente e scopre che, sebbene abbia criticato i suoi precursori per la loro mancanza di descrizioni definitive della bellezza, anche lui non è in grado di descrivere adeguatamente la bellezza del giovane. Nelle righe 11 e 12, egli ipotizza che i primi artigiani non sarebbero mai stati in grado di rendere giustizia artistica al giovane: “e poiché essi vedevano sol con occhi presaghi, / furono incapaci di dar risalto al tuo valore”. Tuttavia, negli ultimi due versi del sonetto ammette di non avere nemmeno le capacità necessarie: “mentre noi che viviamo questi presenti giorni, / abbiamo occhi per ammirare e non lingua per lodare”. Notare le immagini parallele negli ultimi quattro versi del sonetto, in cui il passato e il presente sono in contrasto: “Gli occhi” sono in grado di vedere la bellezza del giovane, ma gli artigiani precedenti non avevano l’abilità di “risaltare” il giovane e nemmeno il poeta ha la capacità di “lodarlo” adeguatamente.

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Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)

Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture

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