I Sonetti 1-20

I sonetti in Italiano ed in originale

Sonetti 1-20

Scritti probabilmente fra il 1595 e i primi anni del 1600, i Sonetti di Shakespeare costituiscono uno dei grandi vertici della letteratura d’amore di tutti i tempi, rappresentano anche un momento centrale della produzione letteraria del grande drammaturgo inglese.

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I Sonetti 1-20

Sonetti 01-20
  • Sonetto 1
    Sonetto 1

    «Alle meraviglie del creato noi chiediam progenie perché mai si estingua la rosa di bellezza».  Shakespeare inizia i suoi sonetti introducendo quattro dei suoi temi più importanti – immortalità, tempo, procreazione ed egoismo – che sono correlati in questo primo sonetto sia tematicamente sia attraverso…

  • Sonetto 2
    Sonetto 2

    «Quando quaranta inverni avranno aggredito la tua fronte e scavato fonde trincee nel campo della tua bellezza,».  Il Sonetto 2 continua l’argomento e la supplica del Sonetto 1, questa volta attraverso le immagini dell’esercito, dell’inverno e del commercio. Il tempo è ancora il grande nemico, che assedia…

  • Sonetto 3
    Sonetto 3

    «Guardati allo specchio e di’ al volto che vedi che è ormai tempo per quel viso di crearne un altro».  Shakespeare inizia i suoi sonetti introducendo quattro dei suoi temi più importanti – immortalità, tempo, procreazione ed egoismo – che sono correlati in questo primo…

  • Sonetto 4
    Sonetto 4

    «Prodiga grazia, perché spendi solo per te il patrimonio della tua bellezza?»   I temi del narcisismo e dell’usura (intesi qui come forma d’uso) in questo sonetto sono più sviluppati, con i suoi riferimenti a volontà e testamenti. I termini “spendi”, “patrimonio”, “lascito” e “generoso”,…

  • Sonetto 5
    Sonetto 5

    «Quelle ore che con delicato lavoro plasmarono l’amabile sembiante su cui ogni occhio indugia».   Il Sonetto 5 confronta le quattro stagioni della natura con le fasi della vita del giovane. Nonostante le stagioni siano cicliche, la sua vita è lineare e le ore diventano tiranne…

  • Sonetto 6
    Sonetto 6

    «Non lasciare quindi che l’aspra mano dell’inverno devasti la tua estate prima d’averla distillata».   Il Sonetto 6 continua l’immaginario invernale del sonetto precedente e promuove il tema della procreazione. L’inverno, che simboleggia la vecchiaia, e l’estate, che simboleggia la giovinezza, sono diametralmente opposte. Sonetto 6…

  • Sonetto 7
    Sonetto 7

    «Guarda: quando ad oriente la regale luce alza la sua infuocata testa».   Il Sonetto 7 paragona la vita umana al passaggio del sole (“regale luce”) dall’alba al tramonto. Il sorgere del sole al mattino simboleggia gli anni della giovinezza del giovane: proprio come guardiamo la…

  • Sonetto 8
    Sonetto 8

    «Tu che sei sol musica, perché l’ascolti con disdegno? Dolcezza ama dolcezza e gioia di gioie si diletta».   In questo sonetto, il poeta paragona una singola nota musicale al giovane e un accordo composto da tante note a una famiglia. Il matrimonio di suoni in…

  • Sonetto 9
    Sonetto 9

    «È per paura di inumidire gli occhi di una vedova che disperdi il tuo io in continuo celibato?».   Nel Sonetto 9 il poeta immagina che il giovane si opponga alla beatitudine del matrimonio in quanto potrebbe comunque morire giovane o morire lasciando una vedova in…

  • Sonetto 10
    Sonetto 10

    «È infamia il tuo negare amore verso gli altri tu che per te stesso sei così inaccorto.».   Il Sonetto 10 ripete ed estende l’argomento del Sonetto 9, con l’aggiunta dell’allusione che il giovane non ama davvero nessuno. Chiaramente, il poeta non crede seriamente che il…

  • Sonetto 11
    Sonetto 11

    «Quel che invecchiando devi lasciar nel tempo nel tempo ricrescerà in uno dei tuoi figli».   Il poeta ora sostiene che il giovane ha bisogno di avere un figlio per mantenere un equilibrio in natura, poiché quando il giovane invecchia e decade, il “sangue fresco” di…

  • Sonetto 12
    Sonetto 12

    «Quando seguo l’ora che batte il passar del tempo e vedo il luminoso giorno spento nella tetra notte».   Il Sonetto 12 tratta ancora della sterilità del celibato e raccomanda il matrimonio e i figli come mezzi di immortalità. Inoltre, il sonetto raccoglie i temi dei…

  • Sonetto 13
    Sonetto 13

    «Oh, se tu fossi tuo! Ma amore, tu non sarai tuo più del tempo che vivrai quaggiù».   Il Sonetto 13 approfondisce il tema della morte del Sonetto 12 affermando ancora una volta che la morte sconfiggerà per sempre la bellezza del giovane se muore senza…

  • Sonetto 14
    Sonetto 14

    «Io non traggo i miei giudizi dalle stelle, eppur mi sembra di capir l’astrologia».   Il Sonetto 13 dipende da un rapporto intimo tra il poeta e il giovane che viene simboleggiato con l’uso del “tu” più affettuoso; il Sonetto 14 scarta – almeno temporaneamente –…

  • Sonetto 15
    Sonetto 15

    «Quando penso che ogni cosa che nasce resta perfetta solo per brevi istanti».   Nei primi otto versi del Sonetto 15, il poeta osserva come gli oggetti mutano – decadono – nel tempo: “… ogni cosa che nasce / resta perfetta solo per brevi istanti”. Sonetto…

  • Sonetto 16
    Sonetto 16

    «Ma perché non trovi tu un modo più possente per far guerra a questa tirannia del Tempo».   Il Sonetto 16 prosegue le argomentazioni per il matrimonio del giovane e allo stesso tempo il poeta denigra le proprie fatiche poetiche e riconosce che i bambini garantiranno…

  • Sonetto 17
    Sonetto 17

    «Chi crederà ai miei versi nei tempi che verranno se straripassero dei tuoi meriti più eletti?».   Nei primi sonetti, la preoccupazione principale del poeta era di convincere il giovane a sposarsi e riprodurre la sua bellezza generando un figlio. Questo cambia nel Sonetto 17, in…

  • Sonetto 18
    Sonetto 18

    «Dovrei paragonarti a un giorno d’estate? Tu sei ben più raggiante e mite».   Uno dei più noti dei sonetti di Shakespeare, il Sonetto 18 è memorabile per la presentazione abile e varia dell’argomento, in cui i sentimenti del poeta raggiungono un livello di estasi mai…

  • Sonetto 19
    Sonetto 19

    «Tempo divoratore, spunta gli artigli al leone e costringi la terra a divorar la sua dolce prole,».   Nel Sonetto 19 il poeta si rivolge al Tempo e, usando immagini vivide di animali, commenta i normali effetti del Tempo sulla natura. Il poeta quindi ordina al…

  • Sonetto 20
    Sonetto 20

    «Viso femmineo che Natura di sua man dipinse hai tu, sire-signora della mia passione».   In questo sonetto cruciale e sensuale, il giovane diventa il “sire-signora” della passione del poeta. La doppia natura e il carattere del giovane, tuttavia, presentano un problema di descrizione: sebbene per…

»»» Introduzione ai sonetti

Sonnets sono poesie d’amore dedicate in gran parte a un giovane amico e patrono del poeta (1-126) e a una donna dai capelli o dall’incarnato scuro di cui i due amici si contendono i favori (127-154). Ad essi è congiunto A Lover’s Complaint Lamento dell’amante (il sesso è imprecisato nell’espressione inglese come in quella italiana), dove è di scena una meschinetta sedotta con una lunga perorazione suasiva da un giovane rubacuori, quindi crudelmente abbandonata. Sicché l’“amante” del titolo sembrerebbe essere la donna, sebbene il poemetto contenga anche il lamento (falso) con cui il corteggiatore fa breccia nel cuore della poverina. Ciò conserva al titolo una dose di ambiguità.
Nell’ultimo decennio del 1500 si era avuta nell’Inghilterra elisabettiana una fioritura di raccolte di sonetti, inaugurata da Philip Sidney (Astrophel and Stella, 1591) e proseguita da Samuel Daniel (Delia, 1592), Thomas Lodge (Phillis, 1593), Edmund Spenser  (Amoretti, 1595) e altri. Sia la raccolta di Daniel che quella di Lodge facevano seguire a un gruppo di sonetti un componimento più lungo intitolato “complaint”, quello di Daniel nella stessa forma strofica (la “rhyme royal”) del Lover’s Complaint di Shakespeare. Gli Amoretti di Spenser erano anch’essi conclusi da un lungo poemetto, l’incantevole Epithalamion, in cui il poeta festeggiava le sue nozze con l’amata, felice conclusione dei suoi “amoretti”.

La raccolta shakespeariana, pur apparendo in ritardo, si adegua a questo modello, e la critica novecentesca è andata rivalutando A Lover’s Complaint come parte integrante del tragitto poetico disegnato nei Sonnets. Anche i dubbi sull’autenticità del Complaint, avanzati fin dal ’700, si sono via via diradati, davanti alla dovizia di riscontri con il linguaggio dell’ultimo Shakespeare. Perciò sarebbe opportuno offrire anche al lettore italiano la possibilità di leggere la più celebre raccolta di sonetti della letteratura europea insieme all’appendice con cui fu originalmente pubblicata. Censurare A Lover’s Complaint perché ritenuto inferiore o avulso dalla raccolta significa commettere un’operazione arbitraria, anticipando un giudizio che dopo tutto va lasciato al lettore. Solo così egli avrà in mano tutto il fascicolo dei problematici Sonnets. La chiusa d’incerta lettura e qualità non può esserne preventivamente estrapolata.

I sonetti in Italiano ed in originale

1 – 20 21 – 40 41 – 60
61 – 80 81 – 100 101 – 120
121 – 140
141 – 154
 

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