«Un dì che il piccol dio d’Amore addormentato, avea deposto accanto la torcia che i cuori infiamma». Il Sonetto 154 racconta una storia simile a quella del Sonetto 153. Cupido si addormenta e una ninfa ruba “la torcia che i cuori infiamma”. Spegne la torcia […]
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«Cupido depose la sua torcia e s’addormentò: una ninfa di Diana approfittò di quel momento». Gli ultimi due sonetti, che possono essere considerati appendici della serie, non toccano nessuno dei temi principali degli altri sonetti. Sonetto 153 Leggi e ascolta Cupido depose la sua torcia […]
«Tu sai che son spergiuro quando t’amo, ma tu lo sei due volte quando mi giuri amore». La fine del rapporto tra il poeta e la donna diventa evidente. Rivolgendosi alla donna con un senso di vergogna e indignazione, il poeta è pienamente consapevole del […]
«Amor è troppo giovane per capir che sia coscienza eppure chi non sa che ha vita dall’amore?». Se il poeta avesse mai sperato che la sua anima avrebbe prevalso sul suo corpo, come fa nel Sonetto 146, e che la sua ragione tornasse a governare […]
«Da quale forza attingi questo tuo potere di reggere il mio cuore con le tue miserie?». Usando un tono più razionale rispetto al sonetto precedente, il poeta cerca di capire perché non può staccarsi completamente dalla donna. Cambia il suo approccio, chiedendo quale incredibile potere […]
«O crudele, come puoi dire che non t’amo se sempre a mio sfavore prendo le tue parti?». Il Sonetto 149 ricorda l’abietta difesa del poeta del comportamento offensivo del giovane. Il tema principale, tuttavia, è il conflitto tra ragione e infatuazione. Sonetto 149 Leggi e […]
«Ahimè, quali occhi mi ha messo in fronte Amore che non son consoni alla vera vista». Nel Sonetto 148, compagno del sonetto precedente, il poeta ammette che quando si tratta di amore il suo giudizio è cieco. Ancora una volta i suoi occhi sono falsi […]
«È come febbre l’amor mio e sempre anela quel che più a lungo il mio mal fomenta». Gli ultimi sonetti riguardanti la Dama, a cominciare da questo, riportano il poeta allo stato disturbato dei sonetti precedenti. Sonetto 147 Leggi e ascolta È come febbre l’amor […]
«Povera anima, centro della mia peccaminosa terra (schiava di) queste brame ardenti che ti ammantano». Il poeta ora medita cupamente perché la sua anima, in quanto “Signore” del suo corpo, trascorre così tanto del suo tempo alla ricerca dei desideri terreni quando dovrebbe essere più […]
«Quelle labbra che Amor creò con le sue mani bisbigliarono un suono che diceva “Io odio”». Come continuazione del sonetto precedente, il Sonetto 145 è un’analisi banale dell’amore. L’amante concede pietà al poeta in contrasto con i sonetti precedenti, in cui era spietata. Sonetto 145 […]
«Due amori io posseggo, conforto e perdizione, che simili a due spiriti sempre mi perseguono». Il Sonetto 144 è l’unico sonetto che si riferisce esplicitamente sia alla Dama Oscura che al giovane, i “Due amori” del poeta. Atipicamente, il poeta si allontana dal triangolo amoroso […]
«Ascolta: qual attenta massaia per acchiappar una delle pennute bestiole che le sfugge». L’immagine di un’amante errante che insegue polli trascurando il suo bambino suggerisce un triangolo amoroso tra la donna, il giovane e il poeta. Sonetto 143 Leggi e ascolta Ascolta: qual attenta massaia […]
«Amore è il mio peccato e odio la tua miglior virtù: odio del mio peccato, fondato su amor colpevole». Approfondendo la consapevolezza del peccato, il Sonetto 142 riassume tutta la fatua e insaziabile passione del poeta. Sostiene il rifiuto della donna del suo amore perché […]
«A dire il vero io non t’amo coi miei occhi perché in te notano un’infinità di colpe». Nel Sonetto 141, il poeta discute di come i suoi sensi lo avvertano del carattere poco raccomandabile della donna, ma il suo cuore, simbolo delle sue emozioni, rimane […]