Sonetto 93

Shakespeare. Sonetto 9

«Credendoti sincero, dunque io vivrò
come un marito illuso, così il volto d’amore».  

In contrasto con il distico conclusivo nel sonetto precedente, il poeta dubbioso sul carattere morale del giovane, ora  ipotizza che il giovane può essere incostante senza saperlo.

Sonetto 93
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Credendoti sincero, dunque io vivrò
come un marito illuso, così il volto d’amore
amore mi parrà, anche se menzognero:
i tuoi occhi con me, il tuo cuore altrove.
Poiché odio non può viver nei tuoi occhi,
non posso in essi legger mutamenti:
in molti sguardi l’infedeltà del cuore
è scritta in malumori, cipigli e rughe avverse;
ma il cielo nel crearti quel giorno sentenziò
che solo dolce amore dimorasse nel tuo viso;
quali fossero i pensieri o i moti del tuo cuore,
il tuo sguardo non avrebbe espresso che dolcezza.
Uguale al pomo d’Eva sarebbe la tua bellezza
se la tua natura non fosse pari al tuo sembiante!

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In questo sorprendente capovolgimento, il poeta riconosce la natura essenzialmente buona del giovane, che è troppo bello per nutrire impulsi malvagi: “Poiché odio non può viver nei tuoi occhi”. Tuttavia, nella prima quartina, il poeta afferma la forte possibilità di essere ingannato; non importa, ragiona, perché la bellezza del giovane è più importante del suo carattere morale – un’affermazione superficiale e narcisistica secondo cui il poeta criticava li giovane per averlo creduto nei sonetti precedenti.

Ogni finzione viene abbandonata e il poeta accetta una certa dose di falsità nella relazione, vivendo come l’ignara – ma consapevole – vittima dell’inganno del giovane. Poiché questa ipocrisia influisce solo sul carattere morale del giovane ma non sulla sua bellezza, il poeta lo amerà “quali fossero i pensieri o i moti del tuo cuore”. Egli riconosce il rischio che sta prendendo nel continuare ad amare l’aspetto del giovane, senza essere certo di come sia virtuoso il giovane: “Uguale al pomo d’Eva sarebbe la tua bellezza / se la tua natura non fosse pari al tuo sembiante!”  Qui, il poeta sta paragonando il giovane alla mela di Eva – un simbolo di perfezione verso l’esterno, ma vizioso all’ interno: Il giovane ha una bella apparenza, ma può essere moralmente tarlato dal vizio.

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Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)

Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture

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