I Sonetti 141-154

I sonetti in Italiano ed in originale

1 – 20  ¦  21 – 40  ¦  41 – 60

61 – 80  ¦ 81 – 100 ¦ 101 – 120

121 – 140  ¦  141 – 154

Sonetti 141-154
Lady Lilith

Scritti probabilmente fra il 1595 e i primi anni del 1600, i Sonetti di Shakespeare costituiscono uno dei grandi vertici della letteratura d’amore di tutti i tempi, rappresentano anche un momento centrale della produzione letteraria del grande drammaturgo inglese.

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Sonetti 141-154
  • Sonetto 141 – Sonnet 141

    A dire il vero io non t’amo coi miei occhi. In faith, I do not love thee with mine eyes.  Leggi e ascolta A dire il vero io non t’amo coi miei occhi perché in te notano un’infinità di colpe; solo il mio cuore ama…

  • Sonetto 142 – Sonnet 142

    Amore è il mio peccato e odio la tua miglior virtù. Love is my sin and thy dear virtue hate.  Leggi e ascolta Amore è il mio peccato e odio la tua miglior virtù: odio del mio peccato, fondato su amor colpevole. Oh ma confronta…

  • Sonetto 143 – Sonnet 143

    Ascolta: qual attenta massaia per acchiappar. Lo! as a careful housewife runs to catch.  Leggi e ascolta Ascolta: qual attenta massaia per acchiappar una delle pennute bestiole che le sfugge, posa il suo piccolo e rapida si getta all’inseguimento di cosa che fermar vorrebbe; mentre…

  • Sonetto 144 – Sonnet 144

    Due amori io posseggo, conforto e perdizione. Two loves I have of comfort and despair.  Leggi e ascolta Due amori io posseggo, conforto e perdizione, che simili a due spiriti sempre mi perseguono: l’angelo migliore è uomo superbamente bello, lo spirito malvagio è donna di…

  • Sonetto 145 – Sonnet 145

    Quelle labbra che Amor creò con le sue mani. Those lips that Love’s own hand did make.  Leggi e ascolta Quelle labbra che Amor creò con le sue mani bisbigliarono un suono che diceva “Io odio” a me, che per amor suo languivo: ma quando…

  • Sonetto 146 – Sonnet 146

    Povera anima, centro della mia peccaminosa terra. Poor soul, the centre of my sinful earth.  Leggi e ascolta Povera anima, centro della mia peccaminosa terra (schiava di) queste brame ardenti che ti ammantano, perché dentro ti struggi e miseria sopporti per decorar le tue pareti…

  • Sonetto 147 – Sonnet 147

    È come febbre l’amor mio e sempre anela. My love is as a fever, longing still.  Leggi e ascolta È come febbre l’amor mio e sempre anela quel che più a lungo il mio mal fomenta, nutrendosi di ciò che il dolor rinforza per appagare…

  • Sonetto 148 – Sonnet 148

    Ahimè, quali occhi mi ha messo in fronte Amore. O me, what eyes hath Love put in my head.  Leggi e ascolta Ahimè, quali occhi mi ha messo in fronte Amore che non son consoni alla vera vista o se lo sono, dov’è svanita la…

  • Sonetto 149 – Sonnet 149

    O crudele, come puoi dire che non t’amo. Canst thou, O cruel! say I love thee not.  Leggi e ascolta O crudele, come puoi dire che non t’amo se sempre a mio sfavore prendo le tue parti? Non penso forse a te, o tiranna ingrata,…

  • Sonetto 150 – Sonnet 150

    Da quale forza attingi questo tuo potere. O, from what power hast thou this powerful might.  Leggi e ascolta Da quale forza attingi questo tuo potere di reggere il mio cuore con le tue miserie? Perché devo creder falsa la mia vera vista, e giurar…

  • Sonetto 151 – Sonnet 151

    Amor è troppo giovane per capir che sia coscienza. Love is too young to know what conscience is.  Leggi e ascolta Amor è troppo giovane per capir che sia coscienza eppure chi non sa che ha vita dall’amore? Quindi amabile intrigante, non m’accusare troppo nel…

  • Sonetto 152 – Sonnet 152

    Tu sai che son spergiuro quando t’amo. In loving thee thou know’st I am forsworn.  Leggi e ascolta Tu sai che son spergiuro quando t’amo, ma tu lo sei due volte quando mi giuri amore: hai violato talamo nuziale e tradito nuovo credo, giurando nuovo…

  • Sonetto 153 – Sonnet 153

    Cupido depose la sua torcia e s’addormentò. Cupid laid by his brand, and fell asleep.  Leggi e ascolta Cupido depose la sua torcia e s’addormentò: una ninfa di Diana approfittò di quel momento e la sua fiamma che accende i cuori rapida immerse in una…

  • Sonetto 154 – Sonnet 154

    Un dì che il piccol dio d’Amore addormentato. The little Love-god lying once asleep.  Leggi e ascolta Un dì che il piccol dio d’Amore addormentato, avea deposto accanto la torcia che i cuori infiamma, parecchie ninfe che a castità s’eran votate s’accostarono danzando; con virginea…

»»» Introduzione ai sonetti

Sonnets sono poesie d’amore dedicate in gran parte a un giovane amico e patrono del poeta (1-126) e a una donna dai capelli o dall’incarnato scuro di cui i due amici si contendono i favori (127-154). Ad essi è congiunto A Lover’s Complaint Lamento dell’amante (il sesso è imprecisato nell’espressione inglese come in quella italiana), dove è di scena una meschinetta sedotta con una lunga perorazione suasiva da un giovane rubacuori, quindi crudelmente abbandonata. Sicché l’“amante” del titolo sembrerebbe essere la donna, sebbene il poemetto contenga anche il lamento (falso) con cui il corteggiatore fa breccia nel cuore della poverina. Ciò conserva al titolo una dose di ambiguità.
Nell’ultimo decennio del 1500 si era avuta nell’Inghilterra elisabettiana una fioritura di raccolte di sonetti, inaugurata da Philip Sidney (Astrophel and Stella, 1591) e proseguita da Samuel Daniel (Delia, 1592), Thomas Lodge (Phillis, 1593), Edmund Spenser  (Amoretti, 1595) e altri. Sia la raccolta di Daniel che quella di Lodge facevano seguire a un gruppo di sonetti un componimento più lungo intitolato “complaint”, quello di Daniel nella stessa forma strofica (la “rhyme royal”) del Lover’s Complaint di Shakespeare. Gli Amoretti di Spenser erano anch’essi conclusi da un lungo poemetto, l’incantevole Epithalamion, in cui il poeta festeggiava le sue nozze con l’amata, felice conclusione dei suoi “amoretti”.

La raccolta shakespeariana, pur apparendo in ritardo, si adegua a questo modello, e la critica novecentesca è andata rivalutando A Lover’s Complaint come parte integrante del tragitto poetico disegnato nei Sonnets. Anche i dubbi sull’autenticità del Complaint, avanzati fin dal ’700, si sono via via diradati, davanti alla dovizia di riscontri con il linguaggio dell’ultimo Shakespeare. Perciò sarebbe opportuno offrire anche al lettore italiano la possibilità di leggere la più celebre raccolta di sonetti della letteratura europea insieme all’appendice con cui fu originalmente pubblicata. Censurare A Lover’s Complaint perché ritenuto inferiore o avulso dalla raccolta significa commettere un’operazione arbitraria, anticipando un giudizio che dopo tutto va lasciato al lettore. Solo così egli avrà in mano tutto il fascicolo dei problematici Sonnets. La chiusa d’incerta lettura e qualità non può esserne preventivamente estrapolata.

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