I Sonetti 81-100

I sonetti in Italiano ed in originale

Scritti probabilmente fra il 1595 e i primi anni del 1600, i Sonetti di Shakespeare costituiscono uno dei grandi vertici della letteratura d’amore di tutti i tempi, rappresentano anche un momento centrale della produzione letteraria del grande drammaturgo inglese.

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Sonetti 81-100
  • Sonetto 81
    Sonetto 81

    «Sia ch’io viva per scriver la tua epigrafe o che tu sopravviva a me consunto sotto terra».   Il poeta si riprende un po’ di fronte all’opposizione del poeta rivale. Tornando a temi collaudati, assicura eroicamente al giovane che lui, a differenza del poeta rivale, può…

  • Sonetto 82
    Sonetto 82

    «È vero, non sei sposato alla mia musa, e perciò non sei colpevole se apprezzi».   Un poeta meno sottomesso sfida il poeta rivale. In contrasto con il rivale intellettualmente alla moda, il poeta possiede un’ispirazione intuitiva, quasi spirituale. Sonetto 82 Leggi e ascolta È vero,…

  • Sonetto 83
    Sonetto 83

    «Mai mi accorsi che tu mancassi di colore e perciò non ne aggiunsi alla tua bellezza».   Apparentemente, essendo stato rimproverato dal giovane per essersi ritirato dalla competizione contro il poeta rivale, il poeta sostiene che è meglio non scrivere poesie che scrivere falsamente. Sonetto 83…

  • Sonetto 84
    Sonetto 84

    «Chi il meglio di te dice, non può dir di più di questo ricco elogio che tu solo sei tu».   Il poeta offre consigli – mentre critica il poeta rivale – a qualsiasi scrittore che desideri ottenere la vera poesia: copiare e interpretare la natura…

  • Sonetto 85
    Sonetto 85

    «La mia zittita Musa con dignità sta quieta, mentre apologie in tua lode, riccamente elaborate».   Il poeta si paragona a un “chierico ignorante” e descrive la sua Musa “zittita” – la stessa frase che il poeta ha usato nel Sonetto 80 per caratterizzarsi. Sonetto 85…

  • Sonetto 86
    Sonetto 86

    «Fu la gonfia maestosa vela del suo possente verso spiegata alla tua conquista più che mai preziosa».   Quest’ultimo sonetto nella sequenza del poeta rivale, a differenza dei precedenti, è scritto al passato e indica che il rivale non è più una minaccia. Sonetto 86 Leggi…

  • Sonetto 87
    Sonetto 87

    «Addio! Sei troppo caro per tenerti ancora e fin troppo tu conosci la tua stima».   Il Sonetto 87 si legge come conclusione della sequenza dei sonetti che descrivono il dominio del poeta rivale, ma in realtà è l’addio del poeta al giovane, che è tornato…

  • Sonetto 88
    Sonetto 88

    «Quando avrai deciso di non stimarmi più ed esporrai i miei meriti al pubblico disprezzo».   Il poeta parla del suo rapporto con il giovane come se fosse stato sistemato dopo la partenza del poeta rivale, ma la sua è una visione di come potrebbero essere…

  • Sonetto 89
    Sonetto 89

    «Di’ che mi lasciasti per qualche mio difetto ed io rafforzerò la gravità di quell’offesa».   Continuando da dove si era interrotto il sonetto precedente, questo sonetto rivela un sottofondo di apprensione nei riferimenti del poeta verso il giovane. Qualunque sia l’accusa calunniosa che il giovane…

  • Sonetto 90
    Sonetto 90

    «Odiami pure quando vuoi; perché non ora: ora che il mondo è incline a sbarrarmi il passo».   Già angosciato da “l’ira del destino”, il poeta esorta il giovane a non rimandare la sua diserzione se questo è ciò che intende; fallo subito, il poeta implora:…

  • Sonetto 91
    Sonetto 91

    «Vi è chi vanta la propria nascita, chi l’ingegno, chi la ricchezza, chi la forza fisica».   Il poeta esamina il suo amore per il giovane con una vena più rilassata e meno urgente. Prima cataloga le diverse attività in cui le persone amano immergersi, poi…

  • Sonetto 92
    Sonetto 92

    «Fa’ pure del tuo peggio per sfuggirmi, tu in me vivrai per tutta la mia vita».   Rassegnato, il poeta è pronto ad accettare qualunque cosa porti il destino. Poiché la sua vita dipende dall’amore del giovane, la sua vita non sopravvivrà alla perdita di quell’amore…

  • Sonetto 93
    Sonetto 93

    «Credendoti sincero, dunque io vivrò come un marito illuso, così il volto d’amore».   In contrasto con il distico conclusivo nel sonetto precedente, il poeta dubbioso sul carattere morale del giovane, ora  ipotizza che il giovane può essere incostante senza saperlo. Sonetto 93 Leggi e ascolta…

  • Sonetto 94
    Sonetto 94

    «Quelli che han potere di ferire e non lo fanno, che non usano la forza in loro manifesta».   Almeno in superficie, il Sonetto 94 continua il tema del sonetto precedente, che contrasta la virtù con l’apparenza. Sebbene il sonetto offra una calda testimonianza di una…

  • Sonetto 95
    Sonetto 95

    «Come sai render dolce ed amabil la vergogna che simile al verme nella fragrante rosa».   Con un atteggiamento paterno, il poeta continua la sua predica su quanto possano essere ingannevoli le apparenze. Nella prima quartina costruisce una similitudine in cui il giovane è come una…

  • Sonetto 96
    Sonetto 96

    «Si dice che tua colpa è gioventù o leggerezza, ma anche che tua grazia è verde età e seduzione».   Sempre usando un tono paterno, il poeta osserva che i vizi del giovane sono oggetto di pettegolezzi pubblici. Il contrasto tra la bellezza del giovane e…

  • Sonetto 97
    Sonetto 97

    «Come mi è parsa inverno la mia lontananza da te, unica gioia del fuggente anno!».   Il poeta inizia una nuova sequenza di sonetti, scritti in assenza del giovane durante i mesi estivi e autunnali, sebbene la prima immagine sia dell’inverno. Sonetto 97 Leggi e ascolta…

  • Sonetto 98
    Sonetto 98

    «Anche in primavera fui da te lontano quando il leggiadro Aprile, tutto vestito a festa».   Continua il tema dell’assenza del giovane. Il poeta descrive per la prima volta aprile in tono vivace e dice che anche il “Saturno”, che durante il periodo elisabettiano si pensava…

  • Sonetto 99
    Sonetto 99

    «Così ho rimproverato la violetta audace: ladra soave, a chi rubasti quel dolce tuo profumo».   Il Sonetto 99 è una spiegazione approfondita di come gli oggetti naturali delle linee 11 e 12 del sonetto precedente impallidiscano rispetto alla bellezza del giovane: “non eran che profumi…

  • Sonetto 100
    Sonetto 100

    «Dove sei, mia Musa, che da lungo tempo oblii di cantare chi ti dona tutta la tua possanza?».   Il Sonetto 100 segna un cambiamento nel pensiero del poeta rispetto ai sonetti precedenti, in cui ci si aspettava che la semplicità della sua poesia guadagnasse il…

»»» Introduzione ai sonetti

Sonnets sono poesie d’amore dedicate in gran parte a un giovane amico e patrono del poeta (1-126) e a una donna dai capelli o dall’incarnato scuro di cui i due amici si contendono i favori (127-154). Ad essi è congiunto A Lover’s Complaint Lamento dell’amante (il sesso è imprecisato nell’espressione inglese come in quella italiana), dove è di scena una meschinetta sedotta con una lunga perorazione suasiva da un giovane rubacuori, quindi crudelmente abbandonata. Sicché l’“amante” del titolo sembrerebbe essere la donna, sebbene il poemetto contenga anche il lamento (falso) con cui il corteggiatore fa breccia nel cuore della poverina. Ciò conserva al titolo una dose di ambiguità.
Nell’ultimo decennio del 1500 si era avuta nell’Inghilterra elisabettiana una fioritura di raccolte di sonetti, inaugurata da Philip Sidney (Astrophel and Stella, 1591) e proseguita da Samuel Daniel (Delia, 1592), Thomas Lodge (Phillis, 1593), Edmund Spenser  (Amoretti, 1595) e altri. Sia la raccolta di Daniel che quella di Lodge facevano seguire a un gruppo di sonetti un componimento più lungo intitolato “complaint”, quello di Daniel nella stessa forma strofica (la “rhyme royal”) del Lover’s Complaint di Shakespeare. Gli Amoretti di Spenser erano anch’essi conclusi da un lungo poemetto, l’incantevole Epithalamion, in cui il poeta festeggiava le sue nozze con l’amata, felice conclusione dei suoi “amoretti”.

La raccolta shakespeariana, pur apparendo in ritardo, si adegua a questo modello, e la critica novecentesca è andata rivalutando A Lover’s Complaint come parte integrante del tragitto poetico disegnato nei Sonnets. Anche i dubbi sull’autenticità del Complaint, avanzati fin dal ’700, si sono via via diradati, davanti alla dovizia di riscontri con il linguaggio dell’ultimo Shakespeare. Perciò sarebbe opportuno offrire anche al lettore italiano la possibilità di leggere la più celebre raccolta di sonetti della letteratura europea insieme all’appendice con cui fu originalmente pubblicata. Censurare A Lover’s Complaint perché ritenuto inferiore o avulso dalla raccolta significa commettere un’operazione arbitraria, anticipando un giudizio che dopo tutto va lasciato al lettore. Solo così egli avrà in mano tutto il fascicolo dei problematici Sonnets. La chiusa d’incerta lettura e qualità non può esserne preventivamente estrapolata.

I sonetti in Italiano ed in originale

1 – 20 21 – 40 41 – 60
61 – 80 81 – 100 101 – 120
121 – 140
141 – 154
 

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