Sonetto 138

Shakespeare. Sonetto 9

«Quando il mio amore giura d’esser tutta fedeltà
io voglio crederle, anche se so che mente». 

Il Sonetto 138 presenta un candido studio psicologico della Signora che rivela molte delle sue ipocrisie. Certamente è ancora l’amante del poeta, ma il poeta non si fa illusioni sul suo personaggio: “Quando il mio amore giura d’esser tutta fedeltà, / io voglio crederle, anche se so che mente”.

Sonetto 138
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Quando il mio amore giura d’esser tutta fedeltà
io voglio crederle, anche se so che mente,
perché possa pensarmi un giovane immaturo
che del mondo ignora l’arte sottil del fingere.
Così con vanità pensando che mi creda giovane,
anche se sa che in me il meglio è tramontato,
candidamente accetto la sua lingua menzognera –
e così da entrambi la pura verità è taciuta.
Ma perché ella non dice di essermi infedele?
E perché anch’io non le dico d’esser vecchio?
No, l’amor si veste meglio se simula fiducia
e l’età in amore non vuol conoscer anni.
Per questo con lei mento e lei mente con me,
e nei nostri errori ci lunsinghiam mentendo.

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Accetta senza protestare la sua “lingua menzognera” e non si aspetta niente di meglio da lei. Cinicamente, anche lui inganna e si consola sapendo che non è più ingannato dalla farsa di fedeltà della donna nei suoi confronti, né lei da quanto giovane e ingenuo lui si presenta.

In una relazione senza affetto o fiducia, i due amanti accettano una relazione basata sull’inganno reciproco. Entrambi accettano di non esprimere mai la verità su quanto la loro relazione sia costruita su verità mai dette: “Ma perché ella non dice di essermi infedele? / E perché anch’io non le dico d’esser vecchio?” Si noti che la costruzione della frase in queste due righe è identica, dove sia il poeta che la donna fingono allo steso modo di mentire quando ognuno sa che l’altra persona conosce la verità.

Il tema principale delle due righe conclusive è la lussuria, ma è trattata con un ironico umorismo. Il poeta si accontenta di sostenere le bugie della donna perché è lusingato che lei lo consideri giovane, anche se sa che lei sa bene quanti anni ha. D’altra parte, non sfida le sue promesse di fedeltà, anche se lei sa che è consapevole della sua infedeltà. Nessuno dei due è disposto a svelare i difetti dell’altro. Alla fine il poeta e la donna rimangono insieme per due ragioni, la prima è la loro relazione sessuale, la seconda che sono ovviamente a loro agio con le bugie dell’altra. Entrambe queste ragioni sono indicate dal gioco di parole sulla parola “lie (in inglese)”, che significa sia “fare sesso” che “ingannare”: “Per questo con lei mento e lei mente con me, / e nei nostri errori ci lunsinghiam mentendo.”

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Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)

Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture

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