Sonetto 91

Shakespeare. Sonetto 9

«Vi è chi vanta la propria nascita, chi l’ingegno,
chi la ricchezza, chi la forza fisica».  

Il poeta esamina il suo amore per il giovane con una vena più rilassata e meno urgente. Prima cataloga le diverse attività in cui le persone amano immergersi, poi ammette di apprezzare l’amore precario dei giovani più di qualsiasi altro sport o possesso che ha già elencato nella prima quartina; infine, conclude parlando del giovane: “e avendo te, di ogni vanto umano io mi glorio”.

Sonetto 91
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Vi è chi vanta la propria nascita, chi l’ingegno,
chi la ricchezza, chi la forza fisica,
chi il vestire alla moda anche se stravagante,
chi vanta falchi e cani e chi i cavalli.
E ogni temperamento ha una sua tendenza innata
in cui trova una gioia superiore al resto;
ma queste piccolezze non s’addicon al mio metro:
io tutte le miglioro in un solo immenso bene.
Per me il tuo amore è meglio di nobili natali,
più ricco della ricchezza, più fiero dell’eleganza,
di maggior diletto dei falchi o dei cavalli
e avendo te, di ogni vanto umano io mi glorio:
sfortunato solo in questo, che tu puoi togliermi
ogni cosa e far di me l’essere più misero.

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Tuttavia, rimane dubbioso su qualsiasi futuro congiunto con il suo giovane amore: “sfortunato solo in questo, che tu puoi togliermi / ogni cosa e far di me l’essere più misero”.

Nel il distico finale del sonetto, questi versi mostrano quanto sia vulnerabile il poeta sottolineando il vuoto di cui il poeta ha tanta paura quando finalmente il giovane lo abbandonerà.

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Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)

Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture

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