È come febbre l’amor mio e sempre anela. My love is as a fever, longing still.
Leggi e ascolta
È come febbre l’amor mio e sempre anela
quel che più a lungo il mio mal fomenta,
nutrendosi di ciò che il dolor rinforza
per appagare solo un morboso desiderio.
La mia ragione, medico devoto del mio amore,
furente che le sue prescrizion sian trascurate,
mi ha lasciato e disperato ormai mi accorgo
che è morte il desiderio che la mente rifiutava.
Sono senza aiuto, or che ragion più non provvede
e pazzo frenetico sempre in maggior delirio;
i miei pensieri e le parole sono frutto di follia,
vanamente farneticanti lontane da realtà:
perché ti ho giurato pura e creduto bella,
nera sei come l’inferno, fosca come la notte.
Gli ultimi sonetti riguardanti la Dama, a cominciare da questo, riportano il poeta allo stato disturbato dei sonetti precedenti. L’immagine del nutrimento nel Sonetto 146 continua nel Sonetto 147, solo che ora il nutrimento non è sulla morte ma sulla malattia, e non c’è possibilità di immortalità dal desiderio della padrona: “È come febbre l’amor mio… /. . / nutrendosi di ciò che il dolor rinforza, / per appagare solo un morboso desiderio.” Del tutto evidente è l’incapacità del poeta di separarsi dalla relazione.
Il ragionamento del poeta lo delude completamente. La ragione, sotto forma di medico, lo ha lasciato perché non può fare altro per salvarlo dalla disperazione di amare la donna. Ancora una volta riconosce che l’immortalità della sua anima è fuori portata: “che è morte il desiderio… / Sono senza aiuto, or che ragion più non provvede”. I suoi pensieri ora si muovono all’impazzata, espressi in termini come “pazzo frenetico”, “sempre in maggior delirio”, “frutto di follia” e “vanamente”. Nonostante la sua capacità nel distico conclusivo di distinguere tra le sue aspettative sulla sua relazione con la donna e il risultato di quella relazione, il suo tono scoraggiato indica che è troppo andato mai oltre per riguadagnare la fiducia in se stesso.
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Read and listen
My love is as a fever, longing still
For that which longer nurseth the disease,
Feeding on that which doth preserve the ill,
The uncertain sickly appetite to please.
My reason, the physician to my love,
Angry that his prescriptions are not kept,
Hath left me, and I desperate now approve
Desire is death, which physic did except.
Past cure I am, now reason is past care,
And frantic-mad with evermore unrest;
My thoughts and my discourse as madmen’s are,
At random from the truth vainly express’d;
For I have sworn thee fair and thought thee bright,
Who art as black as hell, as dark as night.
The final sonnets concerning the mistress, beginning with this one, return the poet to the disturbed state of previous sonnets. The image of feeding in Sonnet 146 continues in Sonnet 147, only now the feeding is not on death but on illness, and there is no possibility of immortality from lusting after the mistress: “My love is as a fever . . . / . . . / Feeding on that which doth preserve the ill, / Th’ uncertain sickly appetite to please.” Completely apparent is the poet’s inability to separate himself from the relationship.
The poet’s reasoning completely fails him. Reason, in the form of a physician, has left him because it can do nothing more to save him from the despair of loving the mistress. Again he acknowledges that his soul’s immortality is beyond reach: “Desire is death. . . . / Past cure I am, now reason is past care.” His thoughts now move madly, expressed in such terms as “frantic mad,” “evermore unrest,” “madmen’s,” and “At random.” Despite his ability in the concluding couplet to differentiate between his expectations of his relationship with the woman and the outcome of that relationship, his despondent tone indicates that he is too far gone ever to regain self-confidence.
Crediti – Credits
Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)
Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture
English audio from YouTube Channel Socratica
Sommario/Summary da/from Cliffsnotes.com
Indice Sonetti con audio – Audio Sonnets