Sonetto 152

Shakespeare. Sonetto 9

«Tu sai che son spergiuro quando t’amo,
ma tu lo sei due volte quando mi giuri amore». 

La fine del rapporto tra il poeta e la donna diventa evidente. Rivolgendosi alla donna con un senso di vergogna e indignazione, il poeta è pienamente consapevole del proprio adulterio e di quello della sua amante, nonché della sua infedeltà nei suoi confronti e della sua mancanza di percezione morale: “Tu sai che son spergiuro quando t’amo, / ma tu lo sei due volte quando mi giuri amore.” Viene suggerita una riconciliazione tra il poeta e la donna, ma successivamente il poeta la accusa di “aver giurato nuovo odio dopo nuovo amore”.

Sonetto 152
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Tu sai che son spergiuro quando t’amo,
ma tu lo sei due volte quando mi giuri amore:
hai violato talamo nuziale e tradito nuovo credo,
giurando nuovo odio a un riconciliato amore.
Ma perché dovrei accusarti di due voti infranti
quando io ne rompo venti? Io sono più spergiuro
perché ogni voto mio è giuramento che t’inganna
e in te si è ormai distrutta ogni mia onesta fede.
Ho fatto sublimi giuramenti sulla tua bontà sublime,
giuramenti sul tuo amore, la tua onestà e costanza
e per darti luce, la spensi dai miei occhi
oppure li costrinsi a spergiurar se stessi:
perché ti ho giurato bella: io sono più spergiuro
per giurare contro il vero tal sordida menzogna.

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Il Sonetto 152 riassume gran parte dei sentimenti e delle azioni passate del poeta riguardo alla donna. Con autocommiserazione grida: “Io sono più spergiuro”, e poi segue questa affermazione con una litania di come la donna abbia abbandonato tutti i suoi giuramenti nei suoi confronti. In un raro atto di percezione, riconosce quanto l’amore lo abbia reso cieco: “e per darti luce, la spensi dai miei occhi / oppure li costrinsi a spergiurar se stessi”. Il distico conclusivo sottolinea l’ironia dell’aspetto oscuro della donna, che nei sonetti precedenti il ​​poeta definiva bella, e del suo bel carattere, che ora si rende conto che è metaforicamente oscura, o immorale: “perché ti ho giurato bella: io sono più spergiuro / per giurare contro il vero tal sordida menzogna.”

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Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)

Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture

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