Sonetto 19

Shakespeare. Sonetto 9

«Tempo divoratore, spunta gli artigli al leone
e costringi la terra a divorar la sua dolce prole,».  

Nel Sonetto 19 il poeta si rivolge al Tempo e, usando immagini vivide di animali, commenta i normali effetti del Tempo sulla natura. Il poeta quindi ordina al Tempo di non far invecchiare il giovane e conclude affermando con audacia che il proprio talento creativo renderà il giovane giovane e bello per sempre. Per quanto poco ispirato possa sembrare il sonetto nel suo insieme, le immagini degli animali sono particolarmente vivide.

Sonetto 19
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Tempo divoratore, spunta gli artigli al leone
e costringi la terra a divorar la sua dolce prole,
strappa le zanne aguzze dalle fauci feroci della tigre
ed ardi nel suo sangue l’immortale fenice,
rendi pure nel tuo corso stagioni tristi e liete
e fa quello che vuoi, Tempo dal veloce passo,
al mondo intero e ai suoi effimeri piaceri:
ma il più atroce dei delitti io ti proibisco.
Non scolpire le tue ore sulla fronte del mio amore,
non segnarvi linee con la tua grottesca penna;
durante la tua corsa lascia che resti intatto
qual modello di bellezza agli uomini futuri.
Oppur scatenati, vecchio Tempo: contro ogni tuo torto,
il mio amore nei miei versi vivrà giovane in eterno.

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Le prime sette righe del sonetto affrontano le devastazioni della natura che il “Tempo divoratore” può provocare. Poi, alla riga 8, il poeta inserisce la contro-affermazione, una riga prima del solito: “ma il più atroce dei delitti io ti proibisco”. Il poeta vuole il tempo per lasciare intatta la bellezza del giovane. Si noti che la parola “linee” nella riga 10 significa indiscutibilmente rughe.

Sebbene il poeta chieda tempo per non violentare la bellezza del giovane, per lasciarla “intatta” come un esempio di perfezione (“modello di bellezza”) verso cui tutti possono guardare, il distico conclusivo, in particolare l’inizio della riga 13 “Oppur”, sottolinea l’insicurezza del poeta riguardo la sua richiesta. Tuttavia, la natura che minaccia la bellezza del giovane non ha importanza, poiché il poeta afferma con sicurezza che il giovane otterrà l’immortalità. Poiché la poesia, secondo il poeta, è eterna, è ovvio che la sua poesia sul giovane garantirà l’immortalità del giovane. Il giovane come soggetto fisico dei sonetti invecchierà e alla fine morirà, ma nei sonetti stessi rimarrà giovane e bello.

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Crediti

Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)

Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture

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