Sonetto 61

Shakespeare. Sonetto 9

«Sei tu a voler che la tua immagine tenga aperte
le mie palpebre pesanti nell’estenuante notte?».  

Il giovane continua a presentare al poeta una varietà di immagini fantasma. Cercando di stabilirsi su un’immagine autentica, il poeta non riesce a dormire a causa del tumulto emotivo causato dalla sua ossessione per la giovinezza.

Sonetto 61
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Sei tu a voler che la tua immagine tenga aperte
le mie palpebre pesanti nell’estenuante notte?
Sei tu a desiderare che i miei sonni siano rotti
da ombre a te sembianti che ingannano il mio sguardo?
È forse il tuo spirito che stacchi dal tuo corpo
e mandi da lontano per spiare le mie azioni,
per scoprire in me ore frivole e vergogne,
bersaglio ed alimento della tua gelosia?
No, il tuo amore pur forte, non è tanto grande:
è il mio amore che mi tiene gli occhi aperti,
il mio devoto amore che frustra il mio riposo
per esser sempre vigile al tuo fianco.
Per te rimango sveglio, mentre tu vegli altrove,
molto lontano da me, ad altri troppo vicino.

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Le forme e le visioni della giovinezza sono le “ombre a te sembianti” disincarnate – ombre che frustrano il poeta e gli impediscono di concludere qualcosa sul giovane. Questo tema ricorda i sonetti precedenti in cui il poeta combatteva il sonno e la veglia.

Il poeta appare decisamente paranoico al pensiero che il giovane lo giudichi male. Nella seconda quartina, inizialmente chiede se il giovane manda intenzionalmente il suo “spirito” per turbare il poeta, “per scoprire in me ore frivole e vergogne”. Tuttavia, le quattro righe successive chiariscono che la causa della sofferenza del poeta è il suo affetto per il giovane e non quella del giovane per lui: “No, il tuo amore pur forte, non è tanto grande: / è il mio amore che mi tiene gli occhi aperti.” Temendo che il suo amore intenso possa mettere in imbarazzo o svergognare l’oggetto del suo affetto, il poeta tenta di regolare le proprie emozioni – per il bene del giovane, non per esso: “il mio devoto amore che frustra il mio riposo / per esser sempre vigile al tuo fianco.”  La frase “ad altri troppo vicino” dimostra che il poeta non è affatto contento che il giovane riceva gli affetti di altri corteggiatori, affetti che il poeta sente essere suo – e solo suo.

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Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)

Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture

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