Sonetto 71

Shakespeare. Sonetto 9

«Quando sarò morto, soffoca il tuo pianto
quando il mesto rintocco della lugubre campana».  

In questo e nei successivi tre sonetti, l’umore del poeta diventa sempre più morboso. Qui anticipa la propria morte: “Quando sarò morto, soffoca il tuo pianto / … / da questa vile terra in pasto a vermi ancor più vili”.

Sonetto 71
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Quando sarò morto, soffoca il tuo pianto
quando il mesto rintocco della lugubre campana
farà sapere al mondo che me ne sono andato
da questa vile terra in pasto a vermi ancor più vili:
no, se leggerai queste righe, non ricordare
la mano che le scrisse; io ti voglio così bene
che vorrei sentirmi assente dai tuoi dolci pensieri
se il ricordo mio ti dovesse dar malinconia.
O se i tuoi occhi ricadran su questi versi
quand’io sarò confuso con la terra,
non rinnovar, ti prego, il povero mio nome,
ma lascia che il tuo amore insieme a me si spenga:
per tema che il dotto mondo scruti nel tuo pianto
e si burli di noi quando sarò morto.

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Lo stato d’animo elegiaco esprime un senso di smarrimento tanto per la giovinezza del poeta quanto per l’effettiva prospettiva della morte. Si noti che il poeta definisce il mondo “vile“, una forte condanna dell’epoca in cui la bellezza artificiale è più cara della bellezza naturale del giovane.

Il poeta chiede al giovane di non piangere per lui quando sarà morto, o anche di ricordare il suo nome. Non volendo mai causare dolore al giovane, il poeta ha paura che, se il giovane si addolora per lui, i suoi pensieri dolorosi sostituiranno ogni affetto amorevole che può ancora avere per il poeta. Poiché il giovane non sembra essere così infatuato del poeta come il poeta lo è del giovane, tale sentimento da parte del poeta è piuttosto presuntuoso, specialmente quando poi aggiunge: “ma lascia che il tuo amore insieme a me si spenga”. Dato il disprezzo del giovane nei confronti del poeta dei sonetti precedenti, a questo punto non sarebbe irragionevole chiedere quale “amore” il poeta pensa che il giovane abbia ancora per lui.

Nel distico finale, il poeta esorta il giovane a non piangere per lui “per tema che il dotto mondo scruti nel tuo pianto / e si burli di noi quando sarò morto”. Anche in questo caso il poeta è più preoccupato per la reputazione del giovane che per la sua.

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Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)

Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture

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