Sonetto 73

Shakespeare. Sonetto 9

«In me tu vedi quel periodo dell’anno
quando nessuna o poche foglie gialle ancor resistono».  

Il poeta attraverso le immagini invernali, il bagliore del crepuscolo e le braci morenti di un fuoco descrive la sua sensazione di non avere molto da vivere. Tutte le immagini in questo sonetto suggeriscono una morte imminente.

Sonetto 73
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In me tu vedi quel periodo dell’anno
quando nessuna o poche foglie gialle ancor resistono
su quei rami che fremon contro il freddo,
nudi archi in rovina ove briosi cantarono gli uccelli.
In me tu vedi il crepuscolo di un giorno
che dopo il tramonto svanisce all’occidente
e a poco a poco viene inghiottito dalla notte buia,
ombra di quella vita che tutto confina in pace.
In me tu vedi lo svigorire di quel fuoco
che si estingue fra le ceneri della sua gioventù
come in un letto di morte su cui dovrà spirare,
consunto da ciò che fu il suo nutrimento.
Questo in me tu vedi, perciò il tuo amor si accresce
per farti meglio amare chi dovrai lasciar fra breve.

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Nella prima quartina, il poeta si confronta con le foglie autunnali, ma non è in grado di individuare il loro numero esatto, così come non può determinare quanto sia vicino alla morte: “quando nessuna o poche foglie gialle ancor resistono / su quei rami che fremon contro il freddo “. Nella seconda quartina, parla di “crepuscolo” ovvero “dopo il tramonto svanisce all’occidente”, una metafora tradizionale della morte. La morte è vicina al poeta in questa seconda quartina, poiché immagina la morte altre due volte, prima come “notte buia” e poi come sonno, “ombra di quella vita”. La terza quartina ricorda il sonetto 45, in cui il poeta paragonava il suo desiderio per il giovane a “purificare il fuoco”. Ora, tuttavia, il suo fuoco non è che braci morenti, un “letto di morte” alimentato dal suo amore per il giovane, “consunto da ciò che fu il suo nutrimento”.

Notare la pausa indicata dal punto dopo ogni quartina del sonetto, la pausa più lunga giunta opportunamente dopo la terza quartina, prima del distico conclusivo. Le pause dopo le prime due quartine sono dovute al loro inizio “In me tu vedi …”. Questa frase indica che il poeta sta tracciando un’allusione tra un’immagine esterna e uno stato d’animo interno, un’associazione che a sua volta costringe una lettura più lenta dei versi, consentendo una riflessione sul tono emotivo che ogni immagine evoca.

Segue ora il distico rivolto al giovane che chiarisce la conclusione da trarre dalle righe precedenti: “Questo in me tu vedi, perciò il tuo amor si accresce / per farti meglio amare chi dovrai lasciar fra breve”. Credendo che presto morirà e non lo rivedrà mai più, l’amore del poeta per il giovane si intensifica.

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Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)

Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture

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