Sonetto 78

Shakespeare. Sonetto 9

«Ti ho invocato così spesso come Musa
ottenendo tal favore alla mia poesia».  

Il successo del poeta nell’ottenere l’accesso alle grazie del giovane ispira imitatori: “che ogni altra penna ha seguito il mio costume / e diffonde i suoi versi in tuo servigio”.

Sonetto 78
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Ti ho invocato così spesso come Musa
ottenendo tal favore alla mia poesia,
che ogni altra penna ha seguito il mio costume
e diffonde i suoi versi in tuo servigio.
I tuoi occhi che erudiron il muto a spiegare il canto
e alla crassa ignoranza a volar sublime,
hanno aggiunto penne alle ali dei sapienti
e conferito doppia maestà alla grazia.
Però sii maggiormente fiero di quanto io compongo
perché tua è l’ispirazione e da te è nata:
nei versi altrui tu non migliori che lo stile
e l’arte loro è favorita dalle tue dolci grazie.
Per me tu solo sei tutta la mia arte
ed elevi a sapienza la mia rude ignoranza.

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Riconoscendo di essere sfidato da altri poeti per gli affetti del giovane, il poeta chiede al giovane di confrontare i versi di questi imitatori con i suoi. Solo allora il giovane può apprezzare appieno quanto sia totalmente stimolante per il poeta: “Però sii maggiormente fiero di quanto io compongo / perché tua è l’ispirazione e da te è nata”. Per gli altri, il giovane migliora semplicemente per il loro stile: “nei versi altrui tu non migliori che lo stile”; per il poeta, il suo giovane amico è “tutta la mia arte” – soggetto, stile, la ragione per cui scrive i sonetti.

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Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)

Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture

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