Sonetto 97

Shakespeare. Sonetto 9

«Come mi è parsa inverno la mia lontananza
da te, unica gioia del fuggente anno!».  

Il poeta inizia una nuova sequenza di sonetti, scritti in assenza del giovane durante i mesi estivi e autunnali, sebbene la prima immagine sia dell’inverno.

Sonetto 97
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Come mi è parsa inverno la mia lontananza
da te, unica gioia del fuggente anno!
Che gelo ho sentito, che neri giorni ho vissuto!
Che desolazione ovunque di vecchio Dicembre!
Eppure quel periodo d’assenza era tempo d’estate,
il prolifico autunno, carico di ricchi frutti,
sta maturando il seme della vogliosa primavera,
qual vedovo grembo dopo la morte del suo signore:
ma questa gran prosperità allora mi sembrava
un fiorir di orfani, di gemme senza padre
perché l’estate e i suoi piaceri dipendono da te
e con te lontano, anche gli uccelli sono muti
o se cinguettano è con sì poco spirito
che ogni foglia impallidisce temendo già l’inverno.

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Le precedenti posizioni del giovane e del poeta sono ora ribaltate, ed è il poeta che si scusa per aver ripudiato il rapporto associandosi ad altri amici.

Chiaramente un errore di forza d’animo del poeta, così come il suo giudizio, è indicato in quanto desidera rinnovare il rapporto che il giovane insensibilmente ha concluso. C’è un tono nostalgico nella reminiscenza del poeta: “Come mi è parsa inverno la mia lontananza / da te, unica gioia del fuggente anno!” Le immagini delle diverse stagioni, evocate principalmente per contrasto, riflettono tali cambiamenti di umore, dalla gioia alla disperazione. Ad esempio, l’autunno è caratterizzato come “prolifico”  con ricco aumento del raccolto: “carico di ricchi frutti”. Ma “prolifico (teeming)” significa anche “incinta”, così che, sebbene gli alberi portino frutti, tuttavia il poeta si sente sterile perché lui e il giovane sono separati. Questo significato arcaico di “prolifico (teeming)” durante la gravidanza spiega anche l’uso da parte del poeta delle frasi “vedovo grembo”, “gran prosperità” e “fiorir di orfani, di gemme senza padre” – tutte immagini legate alla gravidanza.

Quando l’amico è via, qualunque sia la vera stagione, per il poeta è come un inverno sterile. Anche l’estate diventa inverno, “perché l’estate e i suoi piaceri dipendono da te / e con te lontano, anche gli uccelli sono muti”. L’immagine dell’inverno, che simboleggia il “gelo” sia fisico che emotivo, unisce il sonetto, che inizia e finisce con il poeta che si lamenta di essere solo.

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Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)

Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture

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