Sonetto 107

Shakespeare. Sonetto 9

«Né le mie paure, né lo spirito profetico
del mondo intero pronosticante l’avvenire».  

Mentre il sonetto precedente confrontava il passato con il presente, il Sonetto 107 contrasta il presente con il futuro. Il tema dell’immortalità preferito dal poeta attraverso il verso poetico domina il sonetto.

Sonetto 107
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Né le mie paure, né lo spirito profetico
del mondo intero pronosticante l’avvenire,
possono fissare la durata del mio devoto amore
ritenuto condannato a inevitabil fine.
La luna mortale ha superato la sua eclissi
e i cupi veggenti ridon dei lor presagi;
le incertezze or si coronan di certezze
e pace proclama ulivi imperituri.
Con l’effluvio di questo tempo or più sereno
il mio affetto appar rinato e Morte mi soggiace,
giacché, a scorno suo, vivrò sempre nei miei versi,
mentre essa infierirà su ottusi ed incapaci,
e tu in questi troverai il tuo monumento,
quando corone di tiranni e bronzee tombe saran consunte.

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Nella prima quartina, il poeta sostiene che il suo amore per il giovane è immortale. Sebbene né lui né “lo spirito profetico” sappiano cosa riserva il futuro, il poeta sostiene che solo una cosa è certa: il suo continuo affetto per il giovane, “ritenuto condannato a inevitabil fine”. La durata dell’amore del poeta non può essere prevista. Niente, dice, “possono fissare la durata del mio devoto amore”. Il suo amore non è soggetto al tempo, né controllato dall’incertezza sulla giovane, né dalla morte stessa.

Nella seconda e nella terza quartina, il poeta cataloga varie immagini che enfatizzano la resistenza al cambiamento. Queste immagini sono parallele al suo immutabile amore per il giovane, che espande quando afferma che anche la morte non ha influenza su di lui e sui suoi sonetti: “vivrò sempre nei miei versi, / mentre essa infierirà su ottusi ed incapaci.” Altre persone possono soccombere alla decadenza del tempo, ma non il poeta.

Il distico finale parla della liberazione del giovane dalla tirannia e dalla morte per mezzo dei sonetti, un tema ormai familiare del poeta. Immagini antitetiche di eventi, che passano da tempi pacifici e stabili a tumulti e conflitti civili, non interessano il poeta, il quale afferma, come fa altrove, che il giovane trionferà su tutto ciò che il futuro ha da offrire: “E tu in questi troverai il tuo monumento / quando corone di tiranni e bronzee tombe saran consunte.” La poesia diventa profezia.

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Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)

Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture

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