Sonetto 10

Shakespeare. Sonetto 9

«È infamia il tuo negare amore verso gli altri
tu che per te stesso sei così inaccorto.».  

Il Sonetto 10 ripete ed estende l’argomento del Sonetto 9, con l’aggiunta dell’allusione che il giovane non ama davvero nessuno. Chiaramente, il poeta non crede seriamente che il giovane sia incapace di affetto; non avrebbe cioè senso che il poeta cerchi di mantenere una relazione con lui.

Sonetto 10
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È infamia il tuo negare amore verso gli altri
tu che per te stesso sei così inaccorto.
Si può ammettere, se vuoi, che sei da molti amato
ma è molto più evidente che tu non ami alcuno:
sei tanto posseduto da odio distruttore
che neppur contro te stesso esiti a tramare,
portando alla rovina una splendida dimora
che per tuo desiderio dovresti rinsaldare.
Muta il tuo pensiero affinché io muti il mio sentire!
Dev’essere meglio accolto l’odio dell’amore?
Sii piacente e generoso come la tua persona
o prova a te stesso almeno il tuo nobil cuore:
fa’, per amor mio, che un altro te abbia vita
affinché la tua bellezza continui a rifiorire.

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Tuttavia, sotto il tono finto serio c’è il suggerimento del poeta che l’amor proprio del giovane si spreca. Narcisismo significa infatuazione per il proprio aspetto, ma la concentrazione del giovane per la propria immagine in realtà é un legame per nessuno.

Perde quindi il potere di restituire la forza creativa dell’amore in una relazione. Il poeta considera la riluttanza del giovane a sposarsi una forma di omicidio contro la sua potenziale progenie, come ha argomentato nel Sonetto 9: “il mondo ti piangerà qual moglie senza sposo; / sarà il mondo la tua vedova e sempre lamenterà” E nel Sonetto 10, il poeta scrive: “sei tanto posseduto da odio distruttore / che neppur contro te stesso esiti a tramare” Qui, il Sonetto 10 crea l’immagine del matrimonio come una casa con un tetto in decadenza che il giovane dovrebbe cercare di riparare; ma il poeta usa le immagini della casa non tanto per indicare il matrimonio ma quanto per suggerire che la bellezza del giovane risiederebbe nella sua prole: “fa’, per amor mio, che un altro te abbia vita / affinché la tua bellezza continui a rifiorire.”

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Crediti

Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)

Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture

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