Sonetto 16

Shakespeare. Sonetto 9

«Ma perché non trovi tu un modo più possente
per far guerra a questa tirannia del Tempo».  

Il Sonetto 16 prosegue le argomentazioni per il matrimonio del giovane e allo stesso tempo il poeta denigra le proprie fatiche poetiche e riconosce che i bambini garantiranno l’immortalità al giovane sicuramente più dei suoi versi perché né il verso né la pittura possono fornire una vera riproduzione “nell’intima virtù” o della “bellezza esterna” del giovane.

Sonetto 16
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Ma perché non trovi tu un modo più possente
per far guerra a questa tirannia del Tempo,
e proteggere te stesso contro il tuo declino
con mezzi più elevati delle mie spoglie rime?
Ora tu sei all’apice dell’età felice
e molti vergini giardini ancora incolti,
con puro desiderio coltiverebbero i tuoi fiori
più somiglianti a te di ogni tuo dipinto:
così linee viventi rinnoverebbero quella tua vita
che il pennello del tempo o la mia penna alunna,
sia nell’intima virtù che nella bellezza esterna,
non sanno immortalare agli occhi degli uomini.
Concedere te stesso è pur sempre conservarti
e tu devi vivere ritratto dalla tua dolce arte.

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Sebbene il poeta abbia cercato di immortalare la bellezza del giovane nei suoi sonetti, il potere sessuale del giovane è, come afferma la riga 4, dotato di “… mezzi più elevati delle mie spoglie rime”. Il poeta ammette che la sua poesia (“più somiglianti a te di ogni tuo dipinto”) è “spoglia” perché è una semplice replica della bellezza del giovane e non cosa reale in sé, mentre un bambino (“linee viventi”) manterrà la bellezza viva e giovanile in una forma più sostanziale di quanto l’arte possa creare.

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Crediti

Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)

Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture

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