Sonetto 24

Shakespeare. Sonetto 9

«Il mio occhio si è fatto pittore ed ha fissato
la tua bella immagine sul quadro del mio cuore».  

Nel Sonetto 24 il poeta scopre “ove sia dipinta la tua vera immagine”, concentrandosi sul significato di “vera”  in contrapposizione alla falsità.

Sonetto 24
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Il mio occhio si è fatto pittore ed ha fissato
la tua bella immagine sul quadro del mio cuore,
il mio corpo è la cornice che stretto lo racchiude
e se ben l’osservi, nessun pittor gli è pari.
Solo attraverso l’occhio devi vederne l’arte
per scoprir ove sia dipinta la tua vera immagine,
sempre appesa nello studio del mio petto
che per vetri alle finestre ha gli occhi tuoi.
Ora sai quale aiuto si son dati i nostri occhi:
i miei han disegnato il tuo ritratto e i tuoi per me
sono finestre al petto mio, laddove il sole
si diletta ad occhieggiare per ammirare te:
ma agli occhi manca l’anima per nobilitare l’arte,
tracciano quel che vedono, ignari son del cuore.

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La bellezza del giovane è spesso espressa come una forma o un aspetto. Dipinti, quadri, immagini visive, forme, ombre, forme riflesse e prospettiva: tutto questo allude all’impressione che la vera immagine del giovane sia, in effetti, un miraggio.

Si noti che la scrittura elaboratamente stilizzata del poeta in questo sonetto – le prime otto righe sono una metafora estesa del poeta come un dipinto su cui è dipinta l’immagine del giovane – è proprio il tipo di scrittura che il poeta critica altrove. Ma il poeta definisce ciò che vede mentre scopre il suo potere su di lui, quasi come se l’amore stesso fosse la creazione di un bisogno in se stessi dove prima non esisteva.

Lo sguardo del poeta sul giovane in adorazione imprime l’immagine in modo così indelebile nel suo cuore che il risultato diventa una fantasia privata, totalmente autoindotta, che permette al poeta di possedere la bellezza del giovane. In effetti, le loro due personalità sono combinate. Lodando il giovane, il poeta lusinga anche se stesso. Tuttavia, il distico conclusivo solleva ancora una volta dubbi su quanto siano autentiche le raffigurazioni del giovane da parte del poeta e anche sull’importanza dell’aspetto fisico del giovane come riflesso dei suoi sentimenti e della sua personalità interiori. “Ma agli occhi manca l’anima per nobilitare l’arte” significa “: Ma poiché i miei occhi vedono così tanta bellezza nel giovane, voglio mostrare il suo aspetto fisico nel modo più bello”; e “tracciano quel che vedono, ignari son del cuore” espone i limiti della vera conoscenza del giovane da parte del poeta in un modo diverso dall’attrazione fisica. In definitiva, il giovane è descritto solo come una realtà superficiale, senza profondità di carattere.

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Crediti

Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)

Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture

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