Sonetto 54

Shakespeare. Sonetto 9

«Quanto ancor più bella sembra la bellezza,
per quel ricco ornamento che virtù le dona!».  

L’immagine della rosa in questo sonetto simboleggia la verità e la devozione immortali, due virtù che il poeta associa al giovane. Paragonandosi a un distillatore, il poeta, che sostiene che i suoi versi distillano la bellezza della giovinezza, o “virtù”, vede la poesia come un’attività procreativa: la poesia da sola crea un’immagine imperitura del giovane.

Sonetto 54
Leggi e ascolta

Quanto ancor più bella sembra la bellezza,
per quel ricco ornamento che virtù le dona!
Bella ci appar la rosa, ma più bella la pensiamo
per la soave essenza che vive dentro a lei.
Anche le selvatiche hanno tinte molto intense
simili al colore delle rose profumate,
hanno le stesse spine e giocano con lo stesso brio
quando brezza d’estate ne schiude gli ascosi boccioli:
ma poiché il loro pregio è solo l’apparenza,
abbandonate vivono, sfioriscono neglette e
solitarie muoiono. Non così per le fragranti rose:
la loro dolce morte divien soavissimo profumo:
e così è per te, fiore stupendo e ambito,
come appassirai, i miei versi stilleran la tua virtù.

»»» Introduzione ai Sonetti
»»» Elenco completo Sonetti
»»» I Sonetti in Inglese, con audio lettura

Stilisticamente, la forma del sonetto segue il modello ormai familiare della maggior parte dei sonetti, con le righe da 1 a 8 che stabiliscono un argomento o una situazione e le righe da 9 a 12, che iniziano con “Ma”, in contrasto con l’argomento o la situazione originale. Le prime quattro righe descrivono come una rosa sia esteriormente bella, ma la sua bellezza si estende alla “soave essenza che vive dentro a lei”. Allo stesso modo, le righe da 5 a 8 descrivono le fioriture delle rose selvatiche pure esternamente belle. La dissomiglianza tra questi due fiori, tuttavia, è evidente nelle righe da 9 a 12, in cui le note del poeta che le rose selvatiche non contengono bellezza interiore. A differenza delle rose, che “dalla loro dolce morte divien soavissimo profumo”, le rose selvatiche non lasciano un’impressione così duratura quando muoiono: “abbandonate vivono, sfioriscono neglette e / solitarie muoiono”.

Il distico conclusivo chiarisce lo scopo del poeta per questa lunga lezione di botanica. Il giovane è come la rosa, esteriormente bella e interiormente profumata, due qualità che il poeta caratterizza come la “virtù” del giovane; i sonetti del poeta sono simili al profumo fatto di rose morte, perché dopo che la bellezza della giovinezza svanisce, i versi del poeta “distillano” – immortalano – quella bellezza affinché gli altri possano goderne.

Sonnet 54 – In English
««« Sonetto 53
»»» Sonetto 55

Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)

Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture

»»» Introduzione ai Sonetti
»»» Elenco completo Sonetti

PirandelloWeb