Sonetto 56

Shakespeare. Sonetto 9

«Dolce amore, rianima la tua forza, non sia
il tuo sentire più ottuso di quell’appetito».  

Come nel Sonetto 52, il poeta accetta che la separazione può essere vantaggiosa nel rendere il loro amore molto più dolce una volta ripresa la relazione con il giovane. Il poeta chiede che l’amore astratto si rinnovi per ricongiungersi al giovane.

Sonetto 56
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Dolce amore, rianima la tua forza, non sia
il tuo sentire più ottuso di quell’appetito,
che oggi soddisfatto del suo cibo,
domani si riaccende di primitivo ardore.
Sii così, amore: anche se oggi appaghi
i tuoi avidi occhi tal che sazi cadano nel sonno,
riaprili ancor domani e non soffocare
l’entusiasmo d’amore in torpore eterno.
Sia questo infelice momento simile a quel mare
che divide le sponde ove due giovani promessi
si recano ogni giorno, così, quando scorgerai
ritornar l’amore, più felice sarà l’incontro.
O sia come l’inverno che tanto colmo di disagi,
rende più prezioso e ambito l’arrivo dell’estate.

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Supplica: “Dolce amore, rianima la tua forza” e paragona questo “infelice momento” a un oceano che separa due sponde, su cui stanno due amanti, sperando di scorgersi l’un l’altro e aumentare il loro amore. Oppure, dice il poeta, considerare questo “torpore” un inverno, che implica l’arrivo dell’estate e rende questa venuta ancora più desiderata. Il sonetto ha un tono triste e malinconico mentre il poeta cerca un modo per riaccendere l’amore che lega la loro relazione.

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Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)

Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture

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