Sonetto 67

Shakespeare. Sonetto 9

«Ma perché dovrebbe vivere fra la corruzione
e con la sua presenza ingentilire l’empietà».  

Il Sonetto 67 continua il pensiero del sonetto precedente e sviluppa un nuovo argomento nella sua riflessione sull’età contemporanea del poeta.

Sonetto 67
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Ma perché dovrebbe vivere fra la corruzione
e con la sua presenza ingentilire l’empietà,
affinché il peccato da lui tragga vantaggio
e se stesso adorni con l’essergli vicino?
Perché falsa pittura dovrebbe imitare le sue gote,
togliendo a un aspetto esangue il suo colore innato?
Perché povera bellezza dovrebbe cercar ripiego
in rose artificiali, se la sua rosa è vera?
Perché dovrebbe vivere se natura è in bancarotta
in povertà di sangue per dar vita ad ogni vena?
Perché ora è solo lui la sua unica risorsa
e di tanti altera, vive solo del suo apporto.
Oh! Essa lo serba per mostrar qual tesoro avesse
in tempi ben lontani da quest’ultimo squallore.

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Sebbene il poeta professi ancora fede nelle doti naturali del giovane, è di malumore a causa del pubblico accanimento per la bellezza artificiale nella vita e nell’arte: “Perché la falsa pittura dovrebbe imitare le sue gote, / togliendo a un aspetto esangue il suo colore innato?”  Inoltre, si chiede perché il giovane si sia sottoposto a un trattamento così falso.

La giovinezza è lo standard di bellezza con cui si misura tutto il resto: “Perché povera bellezza dovrebbe cercar ripiego / in rose artificiali, se la sua rosa è vera?” La bellezza naturale non ha bisogno di cosmetici, eppure il giovane si sottopone ad artisti impostori che alterano il suo aspetto con mezzi falsi.

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Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)

Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture

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